LA PROGRESSIONE GIORNALIERA DELL’OROSCOPO
Introduzione
Quando la scienza incontrerà Dio?
Dalle ricerche dei più grandi ed illuminati scienziati contemporanei sappiamo che infine, la domanda ultima è sul senso, sulla finalità, sull’origine della creazione.
Sostanzialmente la domanda ultima è su Dio, la natura di Dio. Non è escluso che anche attraverso l’osservazione che segue alla formulazione di una teoria si possa pervenire nel tempo alla conoscenza anche scientifica delle nostre arcane origini divine.
Il problema è però che l’osservazione, cioè la prova “scientificamente corretta” degli assunti teorici, finisce sempre per essere attuata prima di possedere strumenti veramente appropriati. Così che la teoria è sempre in qualche modo più avanti rispetto alla possibilità che ha lo scienziato di dimostrarla.
D’altronde come scrisse Hawking:
“Se ciò che noi consideriamo reale dipende dalla teoria che accettiamo, come possiamo fare della realtà la base della nostra filosofia?”1
Questo problema imporrebbe la consapevolezza che muovendosi in un ben strutturato e qualificato orizzonte di pensiero, potrebbe non comparire o essere rilevabile qualcosa che non appartiene (per il momento) ai principi teorici che fondano quel pensiero stesso.
Questo comunque è un problema di cui oggi gli scienziati più avanzati sono al corrente, ed infatti debbono spesso modulare i loro assunti teorici in modo più “elastico” rispetto a diverse teorie esistenti In definitiva gli scienziati più consapevoli sanno che:
“una teoria è una buona teoria, ossia un modello elegante, se descrive una vasta classe di osservazioni e se predice i risultati di nuove osservazioni.
Al di là di questo non ha senso chiedersi se essa corrisponda o meno alla realtà perché non sappiamo cosa sia la realtà indipendentemente da una teoria.”2
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